cos'è architettura & co.

architettura & co. è stato pensato da paolo giardiello per mettere a disposizione di tutti, in particolare dei suoi studenti, i propri scritti, ricerche e riflessioni sull'architettura. il blog contiene testi pubblicati, versioni integrali di saggi poi ridotti per motivi editoriali, scritti inediti o anche solo riflessioni e spunti di ricerche. per questo non ha un ordine determinato, non segue un filo logico, ma rappresenta solo la sequenza temporale di occasioni in cui parlare di architettura, prima di farla "parlare", come invece dovrebbe, normalmente, essere.

25 giugno 2015

living outdoor




Due amici che, stanchi dopo un lungo cammino nella natura, si siedono su ampie pietre dall'aria comoda e cominciano a conversare, gustando il proprio panino, all'ombra di una quercia secolare, pongono in essere una forma di “arredo” di un luogo indefinito, non progettato, non altrimenti riconoscibile come tale, o più precisamente rappresentano una appropriazione spontanea in grado di svelare i contenuti insiti nell'ambiente.
Prima ancora di “attrezzare” uno spazio, ciò che è in grado di definirlo e di significarlo è l'attribuzione di valore e significato da parte di chi lo sceglie come luogo dove insediarsi e costruire, in maniera tangibile, i principi di intimità e condivisione.
I soli sistemi arredativi, estrapolati dal “senso” che definisce e rende comprensibile lo spazio, possono assolvere ad una necessità fisica, assecondare una disposizione del corpo, ma non evocare i presupposti relazionali e i contenuti capaci di rendere un determinato ambito un luogo progettato e dotato di significato.
Analogamente, tutto ciò che è perimetrazione o parzializzazione della natura attraverso sistemi aggiunti, può solo rappresentare la materializzazione, l'esplicitazione fisica, della linea di confine o di margine, della separazione, della distinzione in sottoparti, mentre è nella capacità di identificare simbolicamente e culturalmente una porzione di natura ritagliata dall'intorno continuo, anche attraverso soluzioni temporanee o effimere, che si ritrovano i valori propri dello spazio, le specificità capaci di modificare addirittura i comportamenti dei fruitori.
Come l'ombra proiettata da un qualsiasi sistema-filtro solare che, più della morfologia e della struttura del sistema stesso, disegnando un luogo definito e morfologicamente riconoscibile in una superficie continua, è capace con chiarezza di parzializzare, ordinare e dirigere, indicare, raccogliere e accogliere cioè di specificare i valori della porzione rispetto al tutto. Un luogo infatti non è solo un'area delimitata ma è il risultato tangibile di esperienze personali e soggettive e, sebbene venga preso in considerazione per la materialità che lo connota, rappresenta comunque l'espressione di un concetto, di un significato che appartiene a storie individuali.
Tali condizioni fanno di una frazione di territorio qualsiasi un “luogo” dal profilo dettagliato e riconoscibile, a si aggiungono condizioni naturali quali il clima, gli agenti atmosferici, i profumi, le differenze di temperatura, la variazione di luminosità, e altre di tipo paesaggistico come il panorama che può essere inteso come lo sfondo, la parete, che avvolge e determina quello spazio. Luogo che non ha una specifica scala perché non è un’entità fissa e regolata da confini chiusi e oggettivi, quanto piuttosto da confini porosi e permeabili che, salvaguardando la sua unicità, lo evidenziano come nodo tra locale e globale, tra personale e collettivo. Il “luogo” è a tutti gli effetti un concetto relazionale che si caratterizza anche rispetto ad altri luoghi, innescando “processi” ininterrotti basati su vincoli sociali e culturali, e dove il “margine” assume il ruolo ambiguo di ciò che “esplicita” e non che “determina”.
Queste note di ordine generale servono a far comprendere come “abitare all'aperto” - nella natura, nei parchi, nelle piazze, lungo le strade - non sia un problema limitato alla disposizione delle attrezzature e delle suppellettili, alla loro quantità, tipologia e stile, quanto rappresenti un tema di architettura. Un tema cioè di caratterizzazione dei luoghi, del senso di cui vengono dotati, della capacità di comunicarli ed esprimerli, della possibilità di connetterli gli uni agli altri in un meta-racconto complesso che vede l'habitat umano inteso come un flusso costante di luoghi tra loro associati senza soluzione di continuità o distinzione tra interni ed esterni, tra naturali ed artificiali, tra urbani o rurali, tra individuali e collettivi, intimi o condivisi.
Niente più dell'ambiente che l'uomo si costruisce è in grado di essere lo specchio del suo pensiero, della sua cultura. E' proprio a partire dall'intimo e dal soggettivo, dalla sfera personale e individuale che si può arrivare a capire i sensi di luoghi in cui svolgere una vita socialmente condivisa.
Gli elementi tipici dell'arredo urbano o di quello da giardino non devono pertanto essere pensati solo per assolvere i bisogni pratici o esigenze estetiche espressi dagli utenti quanto per materializzare i principi e i comportamenti a tali esigenze abitative sottintese; una panchina come una sedia o una poltrona non sono solo strumenti dove sedersi ma sempre spazi minimi dove raccogliersi singolarmente ovvero dove costruire una fugace intimità con gli altri.