In casa
Aveva
con sé i suoi attrezzi: un martello, una sega, una tenaglia e poi
l'accetta, lo scalpello, il giravite, la pialla e, soprattutto,
chiodi, viti e colla a volontà.
Con
lo sguardo abbracciò il panorama e vide tutti i materiali che gli
sarebbero serviti: il legno degli alberi, le pietre grandi e piccole,
la terra, l'acqua, l'erba, gli arbusti.
Sembrava
un luogo adatto a contenere una casa, pieno di sole, vento e acqua,
di profumi forti e di rumori lievi.
Lì
avrebbe costruito la sua casa, quella dove trascorrere i suoi giorni.
Ci
sarebbe voluto del tempo, ma il clima era mite, le notti fredde ma
non tanto da non poter dormire ben coperti sotto un albero fino a
quando non avrebbe costruito un riparo.
Lavorava,
i giorni passavano veloci, i materiali erano ottimi e lentamente la
sua casa prendeva forma.
Ogni
tanto si fermava a guardare il suo operato e lasciava che il luogo,
che stava imparando a conoscere, gli suggerisse opportune modifiche
all'idea iniziale.
Un
giorno passò, da quelle parti, un signore, disse di essere il Padre
del Natale e gli chiese cosa volesse in regalo, perché il suo lavoro
era quello di portare doni.
Ci
pensò per un po' e alla fine gli chiese del vetro, anzi tre lastre
di vetro dalle dimensioni precise, per costruire ampie finestre.
Il
signore gli disse che era Natale e poteva chiedere di più, che
poteva chiedere una casa intera perché intuiva che se la meritava.
Gli
rispose che preferiva quella che stava costruendo, anche se non
sarebbe stata perfetta, perché l'aveva misurata con le stelle e con
la pendenza del terreno le prime notti che aveva dormito lì ed era
quella giusta per quel luogo.
Il
Padre del Natale allora gli regalò quello che aveva chiesto e, non
poco stupito, andò via.
Pochi
giorni dopo, non ancora smaltita la sorpresa del primo incontro,
sopraggiunsero un secondo signore, molto anziano, portato per mano da
un rubicondo bambino.
Il
vecchio disse di essere l'Anno Vecchio che andava via e che quel
bambino era l'Anno Nuovo che stava arrivando e che era in loro potere
fare un regalo ad un uomo di buona volontà come lui.
Pertanto
gli chiesero cosa volesse in dono.
Sorpreso
di questa nuova offerta rispose tuttavia con prontezza dicendo che
voleva dei tubi, non tanti, solo quelli necessari a costruire un
piccolo impianto per l'acqua.
Il
vecchio e il bambino gli chiesero se non preferisse avere come regalo
una casa già finita, anche di lusso e completa di ogni confort, ma
lui rispose che la sua casa, per quanto non perfetta, gli sarebbe
bastata, aveva visto per giorni il sole nascere e tramontare ed era
certo che avrebbe dato luce e calore a sufficienza per vivere bene in
quel luogo.
I
due gli diedero in dono quanto richiesto e, non poco stupiti,
andarono via.
Pochi
giorni dopo, forse una settimana, passò da quelle parti una signora
che disse di essere colei che il giorno dell'Epifania portava doni e
sorprese a chi era stato buono e che era lì per esaudire qualsiasi
suo desiderio, perché era nota la sua bontà.
Abituato
ormai ad essere interrotto nel lavoro rispose prontamente chiedendo
qualche rotolo di stoffa, semplice ma resistente, per completare
strutture e arredi, per dividere e avvolgere, nascondere e coprire,
catturare il vento, schermare il sole, contenere la pioggia.
La
signora disse che era ben poco quello che desiderava e che lei
avrebbe potuto fare per lui molto di più, anche regalargli una casa
arredata e dotata di tecnologie all'avanguardia.
Le
rispose che la sua casa, per quanto non perfetta, gli sarebbe
bastata, che avrebbe fatto volentieri a meno di tanta tecnica e che
aveva assaggiato la pioggia e ascoltato il vento e che in quel luogo
già c'era tutta l'energia e la forza per far lavorare gli strumenti
e le macchine di cui aveva bisogno.
La
signora non sembrò convinta ma gli fece avere la stoffa richiesta,
quella migliore, usata da marinai e tappezzieri e, non poco stupita,
andò via.
Ora
poteva terminare la casa e, se non lo avessero ulteriormente
distratto, in breve tempo sarebbe stato pronto ad accogliere i
prossimi viaggiatori che sarebbero passati di lì, a proteggerli dal
freddo e dal caldo, a farli dormire o mangiare, e condividere con
loro l'emozione di quel panorama che, sinceramente, ammirato dalla
sua terrazza, ora gli sembrava ancora più bello della prima volta
che lo aveva visto.
Anche
il bosco e la montagna, il ruscello e la cascata gli sembravano più
interessanti visti dalle sue finestre, dalla pergola, dall'amaca.
Quello
che aveva sottratto era tornato al luogo migliorandolo, almeno
secondo lui.
Poi
al primo fiocco di neve, si riposò.
Finalmente
in casa.
PG
dicembre
2014