cos'è architettura & co.

architettura & co. è stato pensato da paolo giardiello per mettere a disposizione di tutti, in particolare dei suoi studenti, i propri scritti, ricerche e riflessioni sull'architettura. il blog contiene testi pubblicati, versioni integrali di saggi poi ridotti per motivi editoriali, scritti inediti o anche solo riflessioni e spunti di ricerche. per questo non ha un ordine determinato, non segue un filo logico, ma rappresenta solo la sequenza temporale di occasioni in cui parlare di architettura, prima di farla "parlare", come invece dovrebbe, normalmente, essere.

21 maggio 2012

TRAPPOLE SENSORIALI




La decorazione in architettura è in grado di modificare, o di specificare, la percezione che l'uomo ha dello spazio. In particolare la decorazione degli interni determina il carattere stesso dell'architettura, descrivendo minuziosamente i contenuti che essa intende comunicare al fruitore. Questo a partire dal trattamento delle superfici che delimitano l'invaso spaziale, dalla loro consistenza materica, cromatica, grafica, pittorica e quindi dal loro disegno. La decorazione, infatti, interagisce con l'uomo, stimolando i suoi sensi, a partire dalla vista che risulta essere quello maggiormente coinvolto. E' la visione che mette in discussione i valori fisici dello spazio, suggerendo nuovi significati che influenzano i comportamenti dell'uomo e la comprensione stessa dei luoghi.
La decorazione, inoltre, talvolta emerge dal piano, impone la sua tridimensionalità, interagendo direttamente con lo spazio fisico, rendendo più complessa la visione che viene modificata dai giochi della luce e della prospettiva. In tal modo il “tempo” e il “movimento” intervengono nella comprensione della trama decorativa, rendono attivo il fruitore il quale, operando autonome scelte, supera la fase di contemplazione dei margini e partecipa fisicamente alla decodificazione dei sensi espressi dall'architettura.
Oltre la vista, tuttavia, la decorazione è in grado di stimolare anche altri sensi dell'uomo, attraverso i quali capire e usare l'architettura. Il tatto, ad esempio, il rapporto diretto con i margini attraverso l'atto del toccare e dello sfiorare, diventa un ulteriore modo per interagire con il manufatto e ricevere da questi precise indicazioni di comportamento. L'intero corpo infatti riceve informazioni da ciò che lo circonda, inconsapevolmente e a volte senza neanche entrare in relazione diretta con esso in quanto, alcune forme, alcuni trattamenti materici, evocano comunque comportamenti già noti. Inoltre colui che “entra” nell'architettura, non sempre può scegliere cosa toccare e cosa evitare. La trama dei pavimenti ad esempio, la grana e il trattamento delle superfici su cui camminare entrano necessariamente in contatto con il fruitore che, da queste, riceve precisi stimoli. Il passo ora è agevolato ora è impedito, il tragitto viene velocizzato o rallentato, insomma l'architettura non è mai “innocente”, essa suggerisce e impone, invita ed ordina, è partecipe alla costruzione di emozioni e di sensazioni che si accavallano e che, a loro volta, evocano ulteriori memorie ad esse collegate.
Non solo il tatto e la vista però intervengono in questo rapporto sensoriale. Anche l'udito può essere stimolato dalle modalità realizzative degli apparati decorativi, grazie ai materiali di rivestimento, i loro spessori, trattamenti e finiture. A partire dal rumore dei passi sulle superfici orizzontali, dall'eco di tale movimento che rimbalza sulle pareti e sui soffitti, fino a diventare un'armonia precisa capace di interagire strettamente con ciò che si vede e si tocca. Il rumore del ghiaietto calpestato, del legno che scricchiola, della pietra o del metallo che tintinna, disposti in sequenze ragionate, rappresentano la colonna sonora di chi si addentra in uno spazio.
Tutto questo è stato sapientemente usato dagli architetti nel tempo. Una casa pompeiana come la chiesa di Rochamp, il Partenone come la sistemazione dei percorsi attorno all'acropoli di Pikionis, la piazza del Campidoglio come il cimitero di Stoccolma di Lewerentz costruiscono intorno all'uomo un insieme di sensazioni e di tracce da decodificare, capaci di innalzare il soddisfacimento di una semplice funzione ad un momento di piena partecipazione fisica ed emotiva dell'uomo con l'ambiente intorno a lui, e da lui, costruito.
Opera esemplare in tal senso resta quella di Carlo Scarpa, vero regista capace di costruire “trappole sensoriali” in cui il fruitore può ritrovare la ragione più profonda per vivere lo spazio architettonico. Artigiano capace di incidere la materia in modo che essa possa essere letta sia con lo sguardo che con il corpo, compositore in grado di mescolare linguaggi e strumenti, esaltare passaggi insignificanti e rendere chiari concetti complessi. Una passeggiata nei giardini di Castelvecchio a Verona ancora oggi può spiegare, meglio di ogni descrizione, cosa significhi parlare di decorazione tattile, di sistemi decorativi capaci, come auspicava Valéry, di far davvero “cantare” l'architettura.