cos'è architettura & co.

architettura & co. è stato pensato da paolo giardiello per mettere a disposizione di tutti, in particolare dei suoi studenti, i propri scritti, ricerche e riflessioni sull'architettura. il blog contiene testi pubblicati, versioni integrali di saggi poi ridotti per motivi editoriali, scritti inediti o anche solo riflessioni e spunti di ricerche. per questo non ha un ordine determinato, non segue un filo logico, ma rappresenta solo la sequenza temporale di occasioni in cui parlare di architettura, prima di farla "parlare", come invece dovrebbe, normalmente, essere.

14 marzo 2015

oltre la "materia materiale"



Chi nelle aule delle università è impegnato ad insegnare le discipline della progettazione architettonica, del progetto di interni e dell'allestimento sa quanto sia difficile spiegare ai giovani in formazione che per costruire lo spazio destinato ad assolvere i bisogni dell'uomo - ragione e fine dell'architettura - per realizzare cioè qualcosa di fisicamente immateriale, bisogna scegliere la struttura capace di definirlo e di racchiuderlo. Il contenuto - lo spazio - prende forma solo grazie al suo contenitore - la struttura - ma non solo, da tale involucro, dalla sua materia, dal suo trattamento, ne deriva la sua qualità. I materiali della struttura caratterizzano e rendono esplicito il significato ed il senso del luogo che da tale struttura viene posto in essere.
Chi insegna sa che questo è un punto complesso da far comprendere: la materia con cui è costruita la struttura, o di cui è rivestita, non definisce solo l'aspetto o la qualità di questa, e cioè di ciò che è tangibile, ma descrive e realizza i valori ed i sensi dello spazio, dei luoghi significanti in cui l'uomo espleterà le sue funzioni.
I materiali, quindi, rappresentano la calligrafia, il segno distintivo, con cui scrivere le parole del linguaggio architettonico che espliciteranno i contenuti del manufatto; sia nel caso di materiali propri della costruzione - il linguaggio della tettonica - che di quelli di rivestimento sovrapposti - il linguaggio della decorazione -.
Le materie, le texture derivanti dalla scelta delle componenti e dalla loro posa in opera, i trattamenti superficiali, la disposizione e il portato evocativo insito nei materiali tradizionali, contribuiscono a influenzare, anzi a determinate, il significato dello spazio capace di imporre i comportamenti, le azioni e le reazioni, dei fruitori.
Un paradosso, proprio della ricerca teorica in architettura è quello di chiedersi se l'architettura può fare a meno dei materiali e, più precisamente, se è possibile porre in essere i principi stessi dello spazio concluso in assenza di materia, utilizzando strumenti capaci non di delimitare, non di perimetrare, ma di suggerire i sensi dell'abitare.
Se è evidente che nella pratica ciò è raro, in linea del tutto teorica, invece, la ricerca ha ormai assodato che, ad esempio, un ambito semplicemente delimitato da un'ombra proiettata può assumere valori analoghi a quelli di un luogo chiuso e circoscritto; che costruire un benessere fisico in un ambito indistinto - calore in caso di climi freddi o fresco in latitudini afose - già individua e delimita il “luogo” a prescindere dall'esistenza dei suoi margini fisici; che i rumori, i suoni, gli odori e i valori cromatici, possono contribuire a indirizzare e orientare, a imprimere un ritmo al movimento del fruitore, a rendere accogliente o respingente un ambiente. Infatti “interno” non è ciò che è racchiuso nell'architettura ma è un luogo dotato di senso in grado di comunicare i propri significati, esprimere i valori dell'abitare, indurre sensazioni e emozioni, tessere le relazioni tra le cose e le persone e tra gli abitanti stessi, produrre memorie, consolidare tradizioni, evocare i ricordi. Tutto questo, come detto, teoricamente non necessita di strutture fisiche o di materiali tangibili, ma può anche utilizzare condizioni e soluzioni finalizzate a stimolare sensi ed emozioni attraverso un processo di sedimentazione della cultura.
Inoltre, gli elementi instabili e cangianti contribuiscono ad innescare sensi che si rinnovano nel tempo, che a loro volta sono in grado di esprimere il vero significato dell'opera costruita; come ad esempio essenze arboree, piante e fiori che, con il loro seguire le stagioni e il clima, possono costruire un luogo privo di un unico valore e capace di comunicare immagini sempre nuove che richiedeno la partecipazione e l'attenzione dei visitatori.
Se quindi non è concretamente possibile costruire lo spazio senza materiali, per quanto effimero e instabile, è altrettanto evidente che a contribuire alla definizione del contenuto dell'architettura non sono solo le sostanze fisiche e tangibili, ma anche tutto ciò che, direttamente o indirettamente, è necessario a realizzare un'esperienza sensoriale ed emotiva completa e significante.

I protagonisti dell'architettura oggi non sono quindi solo i materiali da costruzione - sempre più sofisticati e avanzati - ma sono anche quelli, non canonicamente propri della struttura, in grado di assecondare le richieste della società odierna e le aspettative pressanti di nuovi luoghi in cui riconoscersi. Sistemi estranei alla costruzione ma capaci di modificare il senso dello spazio: connettività e interattività digitale, cromatismi e trasparenze, luce artificiale (in grado di imitare la naturale) e filtri di quella naturale (capaci di renderla artificiale), natura come rivestimento e come struttura, sistemi sonori o di insonorizzazione, presenza di essenze olfattive. Tutto ciò sta trasformando il mestiere dell'architetto o del progettista di interni affinché si possano effettivamente immaginare idonei scenari di vita futura.