Comunemente, ai materiali utilizzati per definire degli spazi interni, si attribuisce un carattere sinteticamente riassunto con gli aggettivi “caldo” o “freddo”. I metalli, considerati materiali freddi, non sono solitamente ritenuti i più idonei per dar vita a spazi accoglienti, ospitali o confortevoli e sono solitamente relegati al ruolo strutturale – percettivo oltre che reale –, usati come sottolineatura di pregio o per definire dettagli raffinati.
La storia dell’architettura tuttavia presenta non pochi esempi emblematici di interni, come la Maison de Verre del 1932 a Parigi di Pierre Chareau e Bernard Bijovet o la Maison de l’Homme del 1963/67 a Zurigo di Le Corbusier, che rappresentano una declinazione possibile di tali materie, in maniera estesa, in ambienti comunque accoglienti e comodi, capaci di evocare i principi di confort, i valori di intimità, pur mediante componenti inusuali in ambito domestico.
Categorie relative alla percezione sensoriale dello spazio, infatti, non possono riferirsi solo ai materiali prevalenti, prescindendo dalla morfologia dello spazio, dalle dimensioni, dalle relazioni tra gli ambienti, dalle modalità di uso e di relazione con l’esterno. Sebbene ogni materiale sia portatore di contenuti desumibili dai suoi valori espressivi, la costruzione di uno spazio dotato di senso è paragonabile ad un discorso dove ogni parola contribuisce a rafforzare il senso del significato da trasmettere, in una strutturazione logica complessa e articolata.
I materiali tuttavia sono portatori dell’uso che di loro nel tempo si è fatto e quindi evocano valori stratificati nella memoria collettiva: i metalli, ad esempio, ricordano il loro impiego tradizionale in ambito industriale nonché l’ampia diffusione nella costruzione dei mezzi di trasporto – navi, aerei, treni – a cui, a partire da Le Corbusier con le pagine di Verse une Architecture del 1923, l’architettura ha guardato come esempio di “modernità”.
Oggi i materiali metallici utilizzabili nella costruzione e nella definizione degli spazi interni domestici trovano ampia diffusione e il mercato offre soluzioni di rivestimento o di finitura – gres ceramici, laminati, serigrafie – che comunicano le loro specificità e propongono i valori di cui essi sono portatori.
Attualmente, oltre i mezzi di trasporto, incluse le automobili, i motocicli e finanche quelli che raccontano la conquista dello spazio, i materiali metallici sono parte del quotidiano, perfino della vita domestica, perché caratteristici degli elettrodomestici, degli utensili di uso comune, degli arredi e di molti apparecchi elettronici o digitali di grande diffusione. L’alluminio e l’acciaio appartengono a strumenti di uso comune, sostengono il nostro corpo, entrano nelle nostre tasche, sono nelle nostre mani, danno identità a famiglie di oggetti avanzati ritenuti, non solo indispensabili, ma iconici della contemporaneità.
Il passaggio sperato da una casa domotica ad uno spazio di vita realmente paragonabile alle prestazioni, alla flessibilità e alla personalizzazione degli apparati digitali, condiziona anche il gusto e la scelta dei materiali che, senza pregiudizi, si orienta verso texture e finiture un tempo inusuali.
Accogliente e confortevole non è solo qualcosa di comodo rispetto alle esigenze fisiche, ma anche capace di prestazioni e di interazione paragonabili a quelle del proprio smartphone o computer e, quindi, capaci di assecondare aspettative di comunicazione e di conoscenza del mondo.
I materiali migrano, senza preclusione, da una dimensione oggettuale ad una spaziale al fine di indentificare gli interni dove vivere con gli strumenti ritenuti capaci di assolvere ai bisogni più profondi del quotidiano. I significati cambiano con le variazioni della cultura del tempo, così come del gusto e delle mode, nel nome di una adesione a stili di vita in continua evoluzione, inafferrabili, comprensibili solo lasciandosi trasportare dalle suggestioni da essi suggerite.