Con noi li compiranno, o li avrebbero compiuti, molti oggetti di design e di uso comune che hanno segnato le nostre vite. Il design, come l'architettura, non passa inosservato quando riesce ad interpretare sogni e desideri di intere generazioni.
Per questo, eludendo solo apparentemente il tema dell'architettura, ritengo giusto celebrare i 50 anni della mitica R4, di una automobile che con il suo stile, la sua tecnologia e il suo linguaggio è rimasta forse ineguagliata. Per far questo, non c'è forse modo migliore che riproporre la poesia di Michele Serra scritta proprio in occasione del termine della produzione della R4.
Lamento in morte della Renault 4
di Michele Serra
Signor Renault, ma con quale diritto
lei manda a morte questo essere umano
questa ragazza in forma di meccano
questo ragazzo a ruote, questo guitto
prodigioso, capace di parlare
il finlandese a Tripoli, l’inglese
in Catalogna, l’Italiano a Praga
sporca di neve discendere al mare
sporca di sale andare alle distese
verdi, alla pianura, alla strada?
Reincarnazione dei monaci camminatori
che fecero l’Europa trasportando parole
sorella in spirito dei negri portatori
coi piedi nudi duri come suole
primo esempio di replica industriale
dei mocassini degli indiani Seminole
assemblea permanente, scopatoio epocale
valigia a motore, letto, ospedale
teatro di piazza, vibrazione vitale
rompischiena e raddrizzapaesaggi:
la Renault Quattro, signor “Muoversi oggi”
già si muoveva quando lei era fermo
prima che questo secolo raffermo
dimenticasse ragione e sentimento
che muovono davvero il movimento.
Sapeva di latta, di stoffa, di bulloni
la scatola ingegnosa, risultato
di una sfida tra opposte concezioni
di utilitaria: questa era il quadrato
l’altra, la Due Cavalli, il tondo
le due vecchie filosofe di Francia
che hanno spiegato i chilometri al mondo.
Noi avevamo l’eleganza della Lancia
la potenza dell’Alfa, la Ferrari
altri uragani di vernice e fari
ma nessuno riuscito ad emulare
il genio trasandato dei francesi
la nonchalance di quel caracollare
dentro la terra fatta di paesi.
Signor Renault, spero che al funerale
della Erre Quattro, mentre lei pronuncia
la sua orazione contrita e solidale
accompagnata dalla mesta denuncia
delle implacabili leggi di mercato
si levi dalla tomba la defunta
e con decrepito sforzo scatolato
in fuori-fase, con la marmitta unta
sfili lontano, verso l’orizzonte
lasciando sull’asfalto le sue impronte
intelligenti, sensibili al vento:
le Michelin modello Novecento