l'ho finito proprio ora. mi ha davvero colpito:
bellissimo!. bravo, hai fatto il libro che in fondo avrei sempre voluto
fare, o che forse scrivo da sempre in quanto quando scrivo io mi rivolgo
sempre a loro, mai agli accademici. al di là di questo e molte altre tenerezze che il tuo racconto mi ha
suscitato (passaggi, parole che appartengono ad un lessico familiare e
che uniscono più del dna a volte....) è davvero scritto bene. come un
giallo da cui non mi sono potuto staccare fino ad ora che l'ho terminato.
NF
Caro Paolo,
[...] l'ho letto e mi e' piaciuto. Il mio primo pensiero, leggendolo, e' che avrei dovuto averlo tra le mani quando presi servizio [...] presso la Facoltà di Architettura.[...] Ho apprezzato moltissimo "Cos'è l'architettura", il paragone del bicchiere, l'ombrellone, e il discorso dello spazio in pianta quadrato, da non chiamare piu' "stanza". Ho letto con un po' di sorpresa l'evento cui accenni all'inizio del libro, l'accesa discussione con qualche studente (d'accordo, l'evento e' stato il primo e l'unico), per il fatto di "parlare un'altra lingua". Capirai bene quanto sia difficile il mio mestiere (l'insegnamento della matematica), che comporta l'uso di una nuova lingua (estranea e già odiata a prescindere!) che chiamo, a lezione, "matematichese". Anche per questo nutro, nei tuoi confronti, un po' di invidia.
Concludo dicendoti che molte delle sensazioni che trasmetti nel libro sono paradossalmente comuni a chi "fa scienza" come me. Condivido, solo per dirne una, la sensazione, anche nel mio campo, dell'esistenza di fenomeni che sfuggono alle suddivisioni e alle catalogazioni (discorso dell'ornitorinco).
Con questi pensieri e considerazioni ti saluto e ti ringrazio ancora, e mi scuso se ti ho rubato troppo tempo. Ma immagino che avere qualche riscontro dopo aver scritto un libro possa essere piacevole. [...]
[...] l'ho letto e mi e' piaciuto. Il mio primo pensiero, leggendolo, e' che avrei dovuto averlo tra le mani quando presi servizio [...] presso la Facoltà di Architettura.[...] Ho apprezzato moltissimo "Cos'è l'architettura", il paragone del bicchiere, l'ombrellone, e il discorso dello spazio in pianta quadrato, da non chiamare piu' "stanza". Ho letto con un po' di sorpresa l'evento cui accenni all'inizio del libro, l'accesa discussione con qualche studente (d'accordo, l'evento e' stato il primo e l'unico), per il fatto di "parlare un'altra lingua". Capirai bene quanto sia difficile il mio mestiere (l'insegnamento della matematica), che comporta l'uso di una nuova lingua (estranea e già odiata a prescindere!) che chiamo, a lezione, "matematichese". Anche per questo nutro, nei tuoi confronti, un po' di invidia.
Concludo dicendoti che molte delle sensazioni che trasmetti nel libro sono paradossalmente comuni a chi "fa scienza" come me. Condivido, solo per dirne una, la sensazione, anche nel mio campo, dell'esistenza di fenomeni che sfuggono alle suddivisioni e alle catalogazioni (discorso dell'ornitorinco).
Con questi pensieri e considerazioni ti saluto e ti ringrazio ancora, e mi scuso se ti ho rubato troppo tempo. Ma immagino che avere qualche riscontro dopo aver scritto un libro possa essere piacevole. [...]
AF
Leggendo "per cominciare" pensavo ad "amare l'architettura" di Ponti ... andando avanti hai citato Gio. E' forse un ritorno alla semplicità quello di cui avevamo bisogno? Hai centrato la questione! [...]
PA
Caro Professore ho iniziato e anche finito di leggere il tuo libro ieri sera. Per qualche ora è stato il mio rifugio e mi ha emozionato. Lo trovo profondo, stimolante, paterno, chiaro e anche tanto dolce. Avrei voluto leggerlo tanto tempo fa. Grazie!
GS
Ho letto le prime righe sul sito di letteraventidue. Lo compro!
EC