cos'è architettura & co.

architettura & co. è stato pensato da paolo giardiello per mettere a disposizione di tutti, in particolare dei suoi studenti, i propri scritti, ricerche e riflessioni sull'architettura. il blog contiene testi pubblicati, versioni integrali di saggi poi ridotti per motivi editoriali, scritti inediti o anche solo riflessioni e spunti di ricerche. per questo non ha un ordine determinato, non segue un filo logico, ma rappresenta solo la sequenza temporale di occasioni in cui parlare di architettura, prima di farla "parlare", come invece dovrebbe, normalmente, essere.

14 ottobre 2013

arredare gli interni urbani




Prima di descrivere l'interno urbano è opportuno concordare su alcune definizioni. L’interno architettonico non è meramente ciò che è dentro l'involucro murario, non è cioè uno spazio chiuso, contenuto e delimitato, esso è piuttosto un luogo capace di accogliere i principi di difesa e intimità, l'affermazione dell'istinto primario di conservazione e protezione dell'uomo, è quindi un’estensione dell’essere, la dimensione materiale dei suoi desideri.
L’interno più che percepibile sensorialmente è un ambito culturalmente riconoscibile, spazio significante attraverso il quale capire il mondo e mostrarsi ad esso.
Uno spazio può pertanto definirsi “interno architettonico” non perché chiuso o perimetrato, quanto piuttosto se portatore dei sensi di riparo, privatizzazione e protezione, accoglienza e condivisione.
Comparativo e superlativo dell'aggettivo “interno” sono infatti “interiore” e “intimo”, il che fa comprendere, anche da un punto di vista lessicale, che progettare l'interno significa definire gli aspetti psicologici, personali, emozionali e culturali dell'abitare.
Coerentemente, l'interno urbano non ha bisogno di particolari definizioni capaci di assolvere l'apparente contraddizione tra ciò che è “dentro” o “fuori” l'involucro architettonico: interni nel tessuto urbano sono quegli ambiti capaci di ispirare principi di intimità, valori di appartenenza al luogo, culturalmente condivisi.
L'interno urbano è uno spazio relazionale, luogo di scambio, comunicazione ed espressione, dove riconoscersi e farsi conoscere; è quindi uno spazio sociale portatore di valori individuali, ovvero uno spazio intimo espressione dell'idea di collettività.
Ciò che permette di usare gli spazi dell'architettura sono i sistemi arredativi. Arredare significa infatti rendere agevole l’uso dello spazio, dotarlo spazio di attrezzature, strumenti, utensili necessari allo svolgimento delle attività umane e al soddisfacimento dei bisogni, bisogni non solo primari, ma anche psicologici, rappresentativi e di identificazione con l’ambiente costruito.
Per analogia “arredo urbano” non è solo l'insieme delle strutture che permettono di svolgere, negli spazi della città, determinate funzioni, quanto piuttosto tutto ciò che è in grado di corroborare i valori ed i sensi propri degli interni urbani, che permette cioè di dare forma alle relazioni tra uomo e spazio, tra uomo ed uomo, tra spazio e spazio.
Ciò che tali definizioni vogliono affermare è che gli elementi tipici dell'arredo urbano non sono pensati solo per assolvere i bisogni espressi dagli utenti quanto per materializzare i principi e i comportamenti a tali bisogni sottintesi: una panchina non è solo uno strumento dove sedersi ma uno spazio minimo dove raccogliersi singolarmente ovvero dove costruire una fugace intimità con altri fruitori del luogo.
Non solo, così come l'arredamento non è una prassi progettuale distinta o autonoma rispetto al progetto di architettura, anzi ne è l'aspetto più intimo e dettagliato - la forma dell'abitare - di cui tenere in conto già nella fase primitiva di ideazione, così l'arredo urbano non può essere considerato altro dall'idea di impianto della città e di uso e senso dei luoghi collettivi.
La posizione, la dimensione, il materiale, così come le logiche compositive, morfologiche, linguistiche, devono discendere, per continuità o discontinuità, dalla trama del tessuto viario, dalle texture dei materiali, dall'ordine dei volumi e delle strutture di cui sono parte integrante.
Secondo tale impostazione è evidente che progettare gli interventi necessari all'uso degli spazi dei centri storici significa, da un lato, capirne la storia, la stratificazione, le modificazioni, dall'altro, valutarne l'uso odierno e i sensi di cui esso è portatore nella contemporaneità.
Solo così è possibile rifuggire da ogni deriva stilistica del passato, dalla sovrapposizione di parti autonome, e giungere un una valutazione di integrazione coerente di parti contemporanee frutto di una rilettura attenta dei valori della storia.