Per capire i luoghi
destinati alla cura del corpo e all'igiene, e le loro dotazioni, si può fare riferimento a due casi emblematici - un oggetto e uno
spazio - utili a comprendere il senso reale, oltre
l'indispensabilità funzionale, di tali ambienti.
Il
primo, l'oggetto, è la Fontana di Marcel Duchamp, ready-made
realizzato nel 1917 con un orinatoio capovolto; il secondo, lo spazio
interno, è il bagno della camera padronale di Ville Savoye, di Le
Corbusier, progettata nel 1928.
Questi due riferimenti
rappresentano, ognuno nel suo genere, due interpretazioni della forma
e del linguaggio, dello spazio e della funzione, che hanno
esplicitato e mutato, direttamente o indirettamente, il modo di
intendere, sia gli strumenti e gli apparati necessari allo
svolgimento delle azioni in tali luoghi, sia il senso di un ambito
così privato; quindi, il modo con cui esso può essere articolato,
ovvero entrare in relazione con altri spazi.
L'orinatoio, usato
provocatoriamente dall'artista francese a svolgere la funzione di
“fontana”, colpisce in quanto la sua forma, assolutamente
riconoscibile da chiunque, resta, per quanto ruotata, indelebilmente
collegata alla sua finalità più prosaica.
Il bagno è infatti un luogo dello
spazio architettonico - come la cucina in ambito domestico o la sala
operatoria nell'edilizia ospedaliera - fortemente condizionato
dall'uso che richiede prestazioni elevate e specifici apparati per
svolgere le azioni a cui è deputato; apparati che poi, anche se
avulsi dal contesto, se utilizzati per rappresentare altro,
continuano ad evocare la funzione originaria. La loro forma, nata da
necessità tecniche e pratiche, é essa stessa linguaggio,
espressione divenuta simbolica della funzione.
Funzione
che Le Corbusier reinterpreta con il suo progetto, dove il bagno non
é più un ambiente delimitato, chiuso e distinto dal resto della
casa, ma é scomposto in sotto-ambiti funzionali, ognuno col suo
livello di privacy e quindi di condivisione di momenti da vivere con
chi usa i medesimi spazi. Il bagno padronale di Ville Savoye,
infatti, relega in un ambito chiuso solo la parte funzionale più
intima mentre pone, in corrispondenza dell'accesso della stanza, bene
in vista, il lavandino, la vasca, e la celebre chaise
longue
in piastrelle a ridosso del letto matrimoniale.
Le singole azioni che si svolgono
nel bagno vengono separate, la funzione é riletta in momenti
caratterizzati da diversi livelli di intimità, i pezzi igienici
vengono mostrati come preziose icone della modernità, prive di
decorazioni con cui smorzare l'aspetto funzionale. Anzi, proprio il
portato simbolico di tali componenti, altrimenti viste solo come
strumenti tecnologici, diviene il modo per affermare l'assolutezza e
la schiettezza del moderno, privo di sovrastrutture linguistiche.
Un
altro lavandino, infatti, fa bella mostra di sé, al piano terra
della villa, in corrispondenza dell'ingresso, nel tratto che porta
dal garage alla rampa di accesso, ben visibile da tutti nella sua
essenzialità, sconvolgendo ogni criterio di decoro o di decenza, a
sottolineare il bisogno di igiene, prima di entrare in casa, dopo un
viaggio con una lussuosa Citroën Type
C
o, successivamente, con una innovativa Traction
Avant.
Rispetto al panorama odierno, sia
di luoghi per la cura del corpo, sia di design di pezzi igienici, i
due esempi servono per tornare sul significato che tali ambienti, con
le proprie componenti, posso esprimere, oltre il mero assolvimento di
bisogni pratici.
L'attualità presenta la tendenza
a disegnare oggetti per il bagno sempre meno riconoscibili come tali,
pezzi sofisticati che, “quasi per caso”, sono in grado di
svolgere la loro funzione primaria, perseguendo linguaggi, materiali
e morfologie inediti, nel continuo tentativo di affrancarsi
dall'originaria immagine nota a tutti. Non solo, un certo minimalismo
supportato dalla tecnica suggerisce finanche l'annullamento di
dettagli e supporti che si é soliti vedere in tali ambienti,
proponendo oggetti quasi privi di consistenza fisica.
All'opposto però di tale
esasperata ricerca tesa a cancellare l'immagine stereotipata del
bagno attraverso il design delle parti, lo spazio del bagno é sempre
più tradizionale, certo a volte trasparente, altre volte condiviso o
localizzato in maniera originale nello spazio, comunque ben lontano
dalle soluzioni rivoluzionarie degli inizi del Movimento Moderno. Di
nuovo "stanze", ambienti chiusi e delimitati, espressione
di principi desunti, prevalentemente, da schemi di vita codificati,
promossi dai media e da banali cliché culturali.
Una riflessione su ciò che deve
rappresentare la cura del corpo, la ricerca del benessere fisico,
l'igiene personale nella nostra società - insomma l'intimità e la
partecipazione - dovrebbe condurre, anche utilizzando oggetti che
sembrano quello che sono, a disposizioni capaci di suggerire modalità
di comportamento, oltre che relazionali, calate nel nostro tempo, in
sintonia con le scelte di vita e l'attuale - irrequieta - cultura
dell'abitare.