cos'è architettura & co.

architettura & co. è stato pensato da paolo giardiello per mettere a disposizione di tutti, in particolare dei suoi studenti, i propri scritti, ricerche e riflessioni sull'architettura. il blog contiene testi pubblicati, versioni integrali di saggi poi ridotti per motivi editoriali, scritti inediti o anche solo riflessioni e spunti di ricerche. per questo non ha un ordine determinato, non segue un filo logico, ma rappresenta solo la sequenza temporale di occasioni in cui parlare di architettura, prima di farla "parlare", come invece dovrebbe, normalmente, essere.

06 ottobre 2014

abitare ai tempi della sostenibilità



“Abitare verde” è un neologismo facilmente desumibile da comportamenti oggi diffusi, da atteggiamenti culturali condivisi, da indirizzi progettuali di attualità (anche se talvolta abusati) che vuole provare a valutare le relazioni che intercorrono tra il concetto di progetto eco-sostenibile e le ragioni del dimorare ispirate a tale principio.
Green”, nel senso comune, è tutto ciò che implica una contenuta ricaduta sull'ambiente, un impatto compatibile con le esigenze del territorio, attraverso scelte sostenibili tese, comunque, a salvaguardare il delicato ecosistema in cui viviamo.
“Abitare”, per definizione, significa “aver consuetudine in un luogo”, “occupare stabilmente” e più precisamente, risalendo alla sua etimologia, indica la modalità con cui l’uomo riesce a “continuare ad avere”, che gli permette cioè di “permanere”, secondo le sue aspettative, nel mondo.
“Abitare verde”, unendo i due significati, può quindi voler identificare un modo con cui l'uomo sceglie di vivere permanentemente in un luogo, secondo un atteggiamento che sia compatibile e rispettoso delle caratteristiche originarie dell'ambiente, o comunque che non crei in esso processi di trasformazione incoerenti.
Poiché, come ricorda Heidegger, abitare è un istinto dell'uomo che precede l'atto di costruire, tale sentimento di compatibilità e rispetto dell'ambiente, prima ancora che riferito ai materiali, alle tecniche costruttive, alle tecnologie, ai cicli energetici - al manufatto architettonico inteso come oggetto costruito - deve scaturire dalle scelte insediative, dagli “stili di vita”, dall'analisi dei sensi propri del luogo, dalla conformazione degli spazi in rapporto alle esigenze funzionali espresse dalla società, dal rapporto, continuo e costante, tra ciò che è artefatto e la natura.
Insediarsi in un luogo comporta, naturalmente, una modificazione dello stesso, una trasformazione delle sue regole, una frattura nella sua continuità; per cui la valutazione dell'impatto ambientale non può limitarsi all'eco-compatibilità delle singole componenti o alla sostenibilità dei processi energetici, e deve essere quindi commisurata alla capacità del manufatto di innescare modalità di abitare fluide tra l'esistente e il nuovo, di definire cioè un abitare che nasca dalle premesse insite nel luogo (inteso non solo fisicamente ma anche culturalmente) e le adegui, secondo processi omogenei, alle richieste del vivere contemporaneo.
Se infatti costruire a “regola d'arte” con i materiali naturali del luogo, con le tecniche adeguate, può essere considerato un atto compatibile con l'ambiente, la trasformazione del territorio, le discontinuità in esso create, le modificazioni orografiche, la variazione di permeabilità del suolo e dei percorsi dei venti, così come, in senso più ampio, l'inclusione e l'esclusione, le alterazioni delle relazioni tra gruppi sociali, dei comportamenti privati e collettivi, l'introduzione di simboli che innescano nuovi processi comunicativi, comunque possono influire negativamente sulle capacità di adattamento della società al contesto cui appartiene.
“Abitare verde” vuole andare oltre un sentimento ecologico ingenuo, teso a proporre frammenti di natura in contesti dove non è necessaria o a utilizzare soluzioni tecnologiche fuori contesto, e riuscire, invece, a misurare concretamente l'impatto della presenza dell'uomo sull'ambiente, sia esso naturale che già antropizzato, trovando la forma più adatta a spazi in cui possa soddisfare le sue aspirazioni, rendendolo parte attiva di un processo di adattamento, reciproco e dialettico, con il territorio in cui vive.
Scelte insediative che possono condurre a soluzioni che si pongono anche in discontinuità con le tecniche costruttive tradizionali, con le tipologie esistenti, con le soluzioni compositive tipiche, ovvero confermarle appieno quali uniche soluzioni capaci di rispondere adeguatamente alle esigenze manifestate nel rispetto delle potenzialità dell'ambiente.
Una nuova sensibilità progettuale può partire proprio dal reinventare lo spazio abitato, le relazioni tra le persone e tra queste e le cose, a ripensare le dimensioni e la morfologia delle superfici abitate, la quantità e la distribuzione delle funzioni, i sistemi di collegamento e i flussi di informazioni e comunicazioni. Prima ancora che adeguare al meglio tecnologicamente uno spazio da abitare basato su tipologie obsolete, lo sforzo di chi vuole “progettare verde” deve essere quello di immaginare nuovi luoghi di vita capaci di affermare modalità relazionali socialmente avanzate e, nel contempo, pervase dal rispetto per l'ambiente e dalla lucida previsione di una sua preservazione.

Le nuove forme dell'abitare avranno così la responsabilità di ridefinire categorie, solo apparentemente dialettiche, quali: interno-esterno, pubblico-privato, intimo-condiviso, artificiale-naturale; restituendo il compito di fare ricerca e sperimentazione all'architettura.